
Monitoraggio attivo nel carcinoma prostatico di grado 2 (Gleason) con impiego della risonanza magnetica
PROSTATE CANCER Marsiglia – Il monitoraggio attivo (AS) è considerato la strategia preferenziale per il carcinoma prostatico a basso grado (gruppo di Gleason 1). Negli ultimi anni si discute sempre più spesso della possibilità di estendere questa strategia anche ai pazienti con malattia GG-2, in considerazione della lenta crescita di molti di questi tumori e del basso rischio di progressione locale o a distanza. Tuttavia, una recente metanalisi ha evidenziato un aumento del rischio di metastasi e di mortalità cancro-specifica nei pazienti non selezionati con tumore a rischio intermedio rispetto a quelli a basso rischio, sottolineando la necessità di una rigorosa selezione dei pazienti. Molti dei dati disponibili risalgono però a un’epoca precedente alla diffusione sistematica della risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI) e includono anche pazienti con tumori di grado superiore, riducendo la comparabilità tra studi. Di conseguenza, l’accettazione dell’AS nei pazienti con malattia GG-2 rimane finora limitata.
Lo studio retrospettivo condotto da un gruppo di ricercatori europei, guidati da Michael Baboudjian del Dipartimento di Urologia dell’Aix-Marseille University North Hospital, ha avuto l’obiettivo di presentare una delle prime casistiche europee di AS in pazienti contemporanei con carcinoma prostatico GG-2, selezionati tramite mpMRI pre-biopsia. Gli autori ipotizzano che una selezione basata sull’imaging consenta una valutazione più accurata del rischio e possa associarsi a un minor tasso di progressione. Lo studio ha analizzato i dati di 139 pazienti provenienti da dieci centri europei, tra cui uno in Svizzera. I criteri di inclusione prevedevano: carcinoma prostatico GG-2, mpMRI pre-biopsia, stadio clinico massimo T2c e valore di PSA ≤ 20 ng/ml. Sono stati esclusi i pazienti con pattern di crescita intraduttale o cribiforme. Il protocollo di sorveglianza prevedeva: controllo PSA ogni 3 mesi, esplorazione rettale digitale ogni 6 mesi, mpMRI di conferma e nuova biopsia entro 18 mesi dall’inizio. Successivamente, venivano eseguiti risonanza magnetica e biopsie di controllo ogni 1 – 3 e 2 – 3 anni, rispettivamente.
Nel 59% dei pazienti, la mpMRI iniziale ha evidenziato una lesione PI-RADS 4 o 5, senza segni di estensione extracapsulare. Durante il follow-up, i pazienti hanno ricevuto in media due biopsie di controllo e una risonanza magnetica. La sopravvivenza mediana libera da eventi è stata di 38 mesi. In due casi si sono sviluppate metastasi ossee, entrambi con successiva riclassificazione a GG-3. Non si sono registrati decessi correlati al tumore. La sopravvivenza libera da metastasi a 3 anni è stata stimata al 98,1 %. Complessivamente, 56 pazienti hanno ricevuto un trattamento definitivo; in 26 casi si è osservato un upgrading a carcinoma GG-3. Tra i 28 pazienti sottoposti a prostatectomia radicale, 13 (46 %) presentavano caratteristiche istopatologiche sfavorevoli (GG 3 e/o pT3a), ma solo due (7 %) avevano una malattia molto aggressiva (GG 4 e/o pT3b e/o pN1). La sopravvivenza libera da trattamento a 5 anni è stata stimata al 45 %; la causa più frequente di avvio del trattamento attivo è stato l’upgrading (n = 25).
Nella pubblicazione elettronica anticipata del febbraio 2025 su EUROPEAN UROLOGY ONCOLOGY, gli autori riportano che non sono emerse differenze statisticamente significative negli esiti tra i pazienti che soddisfacevano o meno i criteri EAU attuali per l’AS, basati su dati antecedenti alla diffusione della mpMRI (p > 0,05). (fa/tl)
Autori: Baboudjian M, Leni R, Oderda M, Peyrottes A, Kesch C, Al-Nader M, Uleri A, Dariane C, Baud H, Olivier J, Rios AR, Sanguedolce F, Benard V, Windisch O, Valerio M, Gandaglia G, Ploussard G. Corrispondenza: Michael Baboudjian, Department of Urology, Aix-Marseille University, North Hospital, AP-HM, Marseille, France. E-mail: michael.baboudjian@outlook.fr Studio: Active Surveillance of Grade Group 2 Prostate Cancer: Oncological Outcomes from a Contemporary European Cohort. Fonte: Eur Urol Oncol. 2025 Feb 17:S2588-9311(25)00027-6. doi: 10.1016/j.euo.2025.01.009. Epub ahead of print. PMID: 39965999. Web: https://euoncology.europeanurology.com/article/S2588-9311(25)00027-6/abstract
COMMENTO La sopravvivenza libera da metastasi a 5 anni, stimata al 98 %, è paragonabile a quella osservata nei pazienti con carcinoma GG-1. Gli autori sottolineano che l’integrazione sistematica della risonanza magnetica nella fase diagnostica iniziale e nel follow-up può favorire una caratterizzazione più accurata della malattia e permettere l’individuazione tempestiva di una progressione, consentendo l’avvio della terapia attiva nei tempi opportuni. Non è stato possibile eseguire un’analisi multivariata dei fattori di rischio a causa del numero limitato di eventi. Il confronto tra i gruppi «conformi» e «non conformi» ai criteri EAU deve essere interpretato tenendo conto della dimensione campionaria ridotta e della conseguente limitata potenza statistica. Altri limiti rilevanti sono il disegno retrospettivo, con potenziale bias di selezione, e la mancanza di uniformità nei protocolli di follow-up tra i vari centri.
Autore: Dr. Fabian Aschwanden, medico assistente presso l’Ospedale Cantonale di Lucerna