Skip to main content

Fachverlag und Nachrichtenagentur

Studio comparativo sul rischio di aumento della pressione intraoculare con diversi principi attivi anti-VEGF

GLAUCOMA Siena – L’aumento della pressione intraoculare (PIO) dopo l’iniezione intravitreale di inibitori del fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) può variare con i diversi principi attivi anti-VEGF (aflibercept, bevacizumab, ranibizumab). In uno studio di coorte retrospettivo, Andrea Spini del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell’Università di Siena, Italia e altri autori italiani e canadesi hanno valutato il rischio di aumento della PIO nei nuovi utilizzatori non diabetici di aflibercept, bevacizumab e ranibizumab in Toscana. Sono stati analizzati dati del database amministrativo regionale toscano per identificare i pazienti con una prima iniezione intravitreale di anti-VEGF tra il 2011 e il 2020, e successivamente la prima comparsa di PIO elevata. Sono stati esclusi i diabetici, i pazienti con PIO elevata preesistente o con precedente uso di impianti di desametasone. Sono state eseguite analisi di regressione di Cox multivariate (intention-to-treat e as-treated) per valutare il rischio di aumento della PIO con aflibercept, bevacizumab e ranibizumab e per aggiustare le potenziali variabili confondenti. La PIO elevata è stata definita come il primo inserimento del codice 365 dell’International Classification of Diseases, Nona Revisione (ICD-9-CM) o l’assunzione di due farmaci per il glaucoma entro 180 giorni. In totale sono stati identificati 6.585 nuovi utilizzatori di principi attivi anti-VEGF: 1.749 aflibercept, 1.112 bevacizumab e 3.724 ranibizumab. L’età media della coorte era di 73,6 anni, il 60% erano donne. Nell’analisi intention-to-treat, l’hazard ratio (HR) aggiustato per l’aumento della PIO rispetto ad aflibercept è risultato più elevato per gli utilizzatori di bevacizumab (HR 2,20; intervallo di confidenza [IC] al 95% 1,64 – 2,95) e ranibizumab (HR 1,88; IC 95% 1,46 – 2,42). Anche dopo aver escluso i pazienti con occlusione vascolare retinica, gli HR sono rimasti stabili. L’analisi as-treated ha confermato questi risultati (bevacizumab: HR 3,76; IC 95% 2,30 – 6,17; ranibizumab: HR 2,49; IC 95% 1,62 – 3,82). Gli autori concludono nella pubblicazione elettronica prima della stampa del novembre 2022 presso l’AMERICAN JOURNAL OF OPHTHALMOLOGY che dallo studio è emerso un rischio maggiore di aumento della PIO con ranibizumab e bevacizumab nei pazienti non diabetici rispetto ad aflibercept. I ricercatori raccomandano ulteriori studi per convalidare questi risultati. (bs)

Autori: Spini A, Giometto S, Donnini S, Posarelli M, Dotta F, Ziche M, Tosi GM, Girardi A, Lucenteforte E, Gini R, Etminan M, Virgili G. Corrispondenza: Gianni Virgili, Dipartimento NEUROFARBA (G.V.), Università di Firenze, Firenze, Italia. E-mail: gianni.virgili@unifi.it Studio: Risk of Intraocular Pressure Increase With Intravitreal Injections of Vascular Endothelial Growth Factor Inhibitors: A Cohort Study. Fonte: Am J Ophthalmol. 2022 Nov 21;248:45-50. doi: 10.1016/j.ajo.2022.11.015. Pubblicazione elettronica prima della stampa. PMID: 36410468. Web: https://www.ajo.com/article/S0002-9394(22)00440-8/fulltext